Storie di rinascita: Dal macellaio all’erborista «Così abbiamo vinto la crisi»

Chi ha aperto una nuova attività, chi il secondo negozio. Qualcuno ha investito nell’impresa e qualche altro ha assunto: «Se resti lì e aspetti, è la fine di tutto»

Milano che riparte, Mila- no che “sta mai cui man in man”. E la Lombardia che la segue a ruota. Il coronavirus, certo, chi se lo scorda: locali chiusi e quarantene di massa. Il cartello al bar sotto casa: “Avvisiamo la gentile clientela che, a causa dell’emergenza sanitaria, siamo costretti a sospendere il servizio”. Però poi ci sono loro, i nostri imprenditori, quelli che non li fermi nemmeno con una pandemia, che fanno i salti mortali per restare in sella,
che s’inventano l’impossibile pur di non finire in ginocchio. Eroi dei giorni moderni e la quasi totalità fa parte della grande famiglia di Confcommercio. Le ditte della Madonnina – dice la Camera di Commercio – sono cresciute dello 0,9% rispetto all’anno scorso e dell’1,8% sui numeri del 2019: oggi, in città, si contano 31.593 negozi al dettaglio, 1.463 alberghi e 18.264 ristoranti. È che i milanesi son fatti così, a piangersi addosso non sono proprio abituati.

LAZIENDA ALBO GROUP

Non c’è solo Milano, però. A Bergamo, dove un anno fa sembrava dovesse finire il mondo, Antonella e Danilo Bonassoli si sono reinventati completamente: produceva- no set di cortesia per gli alber- ghi (quelle saponettine incar- tate che si trovano nelle stan- ze), è arrivato il covid e sono rimasti a secco. «Se resti lì e aspetti non costruisci più nien- te», dicono. Così han dato una sferzata alla loro attività: ora commercializzano cosmetici solidi e innovativi: shampoo, docciaschiuma in tavoletta, ne bastano sette grammi per farsi una doccia e non inqui- nano nemmeno. «Abbiamo sempre messo una grande passione nella ricerca olfatti- va dei nostri prodotti», spiega Antonella, «è quasi un’espe- rienza ‘gourmet’». La qualità, in fin dei conti, paga sempre.

CLAUDIA OSMETTI